Filosofia mutante (prima parte)

Tag

, , , , , , , , , , , , , , , , , , ,

da: Bill
a: Dave
data: 21 dicembre 2005 23:19
oggetto: filosofia mutante

Caro Dave,

anche quest’anno siamo arrivati a Natale, e per me si tratta di un’occasione speciale. E’ il primo Natale che passerò nella mia nuova casa. Evviva!
Che poi, casa. Un monolocale, 50 metri quadri bagnati. Ma è casa mia, davvero. Finalmente. Arredata a mia immagine e somiglianza, dunque ti lascio immaginare.
Come dici? Qualche foto? No no, ti lascio proprio immaginare. E quando sarai stanco di immaginare, verrai a vedere con i tuoi occhi, così potrai farti un’idea di persona. Andiamo, quanti anni sono che non porti le tue nobili chiappe quassù al Nord? Troppi 😉
Continua a leggere

Partire è un po’ morire

Tag

, , , , , , , , , , , , , , ,

Il giovane Vladji’har era consapevole di come lo scorrere tempo sia solo un concetto astratto, e il misurare tale scorrimento una mera – per quanto utile – convenzione.
Era altresì consapevole che espressioni come il rallentare del tempo, o il suo accelerare a seconda dei casi, sono dettate da impressioni soggettive dovute alle circostanze. E lui era addestrato a non lasciarsi distrarre, né condizionare, dalle suggestioni di fuggevoli stati emotivi. Poiché un guerriero saggio non fugge dalle proprie emozioni, ma si fida di esse solo dopo aver raggiunto una perfetta padronanza di sé.
E un guerriero potente sa controllarle a proprio vantaggio e farne strumento di più alta limpidezza interiore, allo scopo di guidare se stesso e chi a lui si affida, senza che siano le proprie emozioni a guidare lui.
Continua a leggere

Saggezza africana

Tag

, , , , , , , , , , , , , , ,

Ana Serradilla

Lei si staccò da me e mi guardò negli occhi. Io guardai nei suoi.
C’era qualcosa, in quello sguardo. Qualcosa che non ho saputo cogliere fino in fondo, né in quel momento né mai. E che mi affascinava. Sarei annegato volentieri nello sguardo di quegli occhi neri. Sus hermosos ojos negros.
Una curiosità vivace, divertita. Dolce. Una scintilla di vitalità appena contenuta, di malizia compiaciuta, eppure ingenua.
Si sarebbe detto che, da un istante all’altro, potesse mettersi a ballare nuda sul tavolo della cucina. In un certo senso, quello che stava accadendo ci andava molto vicino. Ed era anche meglio.

Era lì, sdraiata in braccio a me, sul divano di quella piccola stanza, senza nient’altro addosso che un brasiliano di pizzo nero. Le avrei tolto volentieri anche quello, ma non c’era fretta. Mi piaceva guardare come le si disegnava addosso.
Continua a leggere

Un nuovo arrivato

Tag

, , , , , , ,

© maurimarino

© maurimarino

– Dici che si porta dietro un alter?
– E che se ne fa di un alter qui da noi? Ci va a pesca nel fiume?
– Spaventa i selvaggi!
– Non dire idiozie. E poi non ci può stare, un alter, in questo posto.
– E perché mai?
– Dì un po’, da quanto tempo sei qui? Su questo mondo, voglio dire.
– Sarà un mese fra due giorni.
– E in un mese non hai ancora capito che certe cose da noi non sono ammesse?
– Non è vero! Io li ho visti, degli alter. Stavano ai lati della pista quando sono arrivato.
– Ma certo, è un aeroporto. E’ sorvegliato dai federali, per forza ci sono degli alter. Servono per garantire la sicurezza di quel perimetro.
– Allora vedi che li avete anche qui?
– No, non siamo noi che li abbiamo. Appartengono ai federali di guardia all’aeroporto, e non possono allontanarsi da lì.
– E perché?
– Oh, ma sei peggio di un moccioso. Quanti anni hai, cinque?
– Ho tredici anni!
– Beh, ne dimostri al massimo sei. Non l’hai imparato a scuola? Negli avamposti si vive in modo semplice, come nei tempi andati. Senza tante comodità.
– E perché?
– Perché è giusto così! E’ più naturale!

Continua a leggere

Un cuore di sabbia e nebbia

Tag

, , , , , , , , , , , ,

 

2010-12-01-NamibDesertSandSeafogl

da: Bill
a: Dave
data: 8 settembre 2014 19:53
oggetto: sabbia e nebbia

Caro Dave,

sono trascorsi due mesi dalla mia ultima mail, e in questo periodo il mio umore è decisamente peggiorato.
Giorni fa, parlando con un’amica, mi è venuto da commentare che io sono ciò che scrivo; dunque, quando non scrivo significa che non sono, o che incontro qualche seria difficoltà a esserci.

Da settimane, ormai, riesco a mettere in fila appena una dozzina di parole al giorno. I pensieri si fanno così faticosi, proprio quando il traguardo sembrava avvicinarsi. Temo di stare scivolando verso una delle mie crisi di tetraggine.

Mi sento rallentato, appesantito nel corpo e nello spirito. Cammino per strada come affondando a ogni passo in un cassone di sabbia fradicia, e ho la mente offuscata, persa nella nebbia.
E’ un sentimento di grande solitudine. Un senso di impotenza, di sconfitta morale, che si insinua nell’animo corrompendo ogni più piccola attività quotidiana. Ogni più recondito pensiero. Come assistere in diretta al proprio disfacimento, senza potervisi opporre.

Continua a leggere

Immagini dalla Rocca

Tag

, , , , ,